CollectIUS è un progetto nato dalla collaborazione tra la cattedra di Metodologia e Informatica Giuridica dell’Università degli Studi di Padova e l’azienda Onireon, avente lo scopo di proporre, in forma di innovazione pragmaticamente strutturata e attiva, un nuovo e peculiare approccio al rapporto sussistente tra il diritto e i sistemi informatici.
La piattaforma CollectIUS rappresenta una proposta, tecnologica e metodologica, che si compone di un sistema di logiche analitiche, formalizzate, poste al servizio del più ampio ambito del ragionamento dialettico, nonché ad esso adattate, in un rapporto di strumentalità. Ciò entro un progetto scientifico di ampio respiro, ma non alla ricerca di una pretesa, onnicomprensiva, astrazione matematica digitalizzata del diritto, bensì alla ricerca di una più ampia cooperazione tra ambiti distinti e autonomi.
CollectIUS è anche un’idea nata e realizzata dagli studenti e con gli studenti della sede di Treviso dell’Università degli Studi di Padova. Infatti, la piattaforma telematica CollectIUS è un “progetto innovativo degli studenti”, come è denominato il bando di una brillante iniziativa dell’ateneo, ed è la proficua attuazione, sperimentata con efficacia nel corso di laurea in Giurisprudenza, del significato più autentico della patavina universitas studiorum: con tale nobile sintagma, infatti, si indica a Padova da quasi otto secoli una solidale comunità di studiosi che non soltanto insegnano ed apprendono da posizioni opposte, ma sono legati da una reciproca azione di ricerca e di discussione del sapere.
Pertanto, con la piattaforma telematica CollectIUS, che è un vero e proprio social network giuridico utilizzabile da chiunque vi abbia interesse, i fondatori hanno tentato di concretizzare con i mezzi più innovativi dell’epoca contemporanea (gli strumenti informatici e la rete telematica) i tre fini essenziali che l’università di oggi si prefigge: la ricerca, la diffusione e l’utilizzazione del sapere. Il progetto si è proposto come finalità tecnica immediata la realizzazione di un nucleo tecnologico telematico di base, per permettere la generazione di una base di dati altamente strutturata e dotata di connettori di significato. Più che ad una avanzata programmazione di sistemi dotati di intelligenza artificiale, l’architettura di CollectIUS si affida all’interazione collaborativa tra gli esseri umani, per la generazione di contenuti e per la digitalizzazione dei flussi dialettici.
Dal punto di vista funzionale, la piattaforma si pone, per quanto attiene all’interfaccia utente, all’intersezione tra un social network professionale, un sistema wiki, una piattaforma di blogging avanzata e un motore di ricerca, ispirandosi in parte alle funzioni tipiche di ciascuno di essi, integrate ed estensivamente modificate, tenendo conto della triplice natura della metodologia giuridica; proprio allo scopo di adattarsi a quest’ultima, la piattaforma si struttura in tre sezioni, dedicate rispettivamente alla ricerca di argomentazioni, alla discussione nel contraddittorio tra le parti e alla raccolta di argomentazioni notevoli.
Le strutture tecniche cui ciascuna delle tre funzioni basilari – search, discuss, collect – si appoggiano, sono rispettivamente:
un motore di ricerca intelligente basato su ricerche freetext, tagging, connettori logici, rating dei contributori e tagcloud
un sistema di discussione basato su un interfaccia grafica (GUI) tale da riproporre le strutture tipiche della circolarità che connota i flussi dialettici
un sistema di raccolta e catalogazione delle opinioni notevoli
I principi logici cardine su cui tali complesse interazioni utente-macchina e utente-utente si fondano sono, in conclusione, così riassumibili:
Trasparenza: la gestione, basata su contributori pubblici autenticati e profilati, impone la pubblica accessibilità dei dati immessi all’intera community, e quindi garantisce la trasparenza dell’operato di tutti i soggetti coinvolti: coordinatori, esperti, contributori, attenuando con ciò il rischio che il principio di autorevolezza, che condiziona in maniera rilevante l’ordinamento dei contenuti rinvenuti, si trasformi in principio di autorità.
Dialetticità: tale progetto, collaborativo e fondato su tecnologie interattive di tipo telematico, ha connaturata la capacità di indurre ad un utilizzo dialogico, più che prettamente analitico, del mezzo informatico, poiché assolutamente palese appare il suo esser fondato sulla cooperazione tra esseri umani in contraddittorio reciproco, relegando l’ambito di pertinenza della logica analitica alla mera gestione di ciò che deve essere automatizzato, ovvero la gestione della base di dati ed i procedimenti ripetitivi (quali il data retrieval) o compiutamente formalizzabili (quali l’associazione tra livello testuale e rete proto-ontologica costituita dalla tag-cloud).
Autorevolezza: è indispensabile che vi sia una forte autorevolezza del sapere cristallizzato in un progetto collaborativo per il diritto, tanto per la delicatezza delle tematiche coinvolte, quanto per il necessario respiro scientifico che un tale progetto deve avere. Alla base di esso, quindi, si colloca l’operato di esperti del settore, profilati in modo da garantire non solo l’autorevolezza della loro opera, ma anche la qualità dell’elemento di contribuzione sociale globalmente inteso, tramite un’opera di validazione, diretta (tramite moderazione) o indiretta (tramite profilazione), dei dati immessi dagli utenti dotati, secondo uno schema gerarchico e strutturato per livelli, di un minor accreditamento, prima della definitiva inclusione nella base di dati. Inoltre, l’assegnazione di una valutazione di qualità dei contributi a ciascun utente, in forma controllata e tale da impedire abusi, consente di attribuire a ciascun contributore una connotazione di maggiore o minore attendibilità, realizzando dei veri e propri endoxa digitali.
Va precisato come l’adozione di logiche di natura partecipativa-collaborativa molto aggiunga in termini metodologici ad un progetto così strutturato, il quale può beneficiare non solo di una maggiormente attuale partecipazione di ciascun membro della community al progetto, grazie alla imputazione diretta a ciascun contributore, in maniera inequivoca e meritocratica, del rispettivo operato, ma anche di una piena e perfetta adozione delle istanze tipiche della processualità, e quindi del contraddittorio tra parti, garantendosi la piena trasparenza di ogni dibattito sui profili di incertezza e di ambiguità, a livello esegetico così come a livello tecnico-procedurale.
Ciò avviene, da un lato, vincolando gli utenti, con la rigidità propria degli automi, alla generazione di dati strutturati e ben formattati, tali da fornire l’indispensabile base analitica per la formalizzazione de significati non compresi entro un sistema informatico che adotti una rete pseudo-ontologica; dall’altro lato, sviluppando una efficace ed efficiente digitalizzazione delle argomentazioni giuridiche, non limitando il proprio ambito di operatività al sillogistico rapporto tra meri dati normativi, ma portando al centro della struttura il flusso dialettico stesso, proprio delle argomentazioni giuridiche, digitalizzato nell’effettivo contraddittorio tra intelligenze naturali, e coinvolgendo informazioni giuridiche di qualsiasi livello e profilo, quali legislazione, sentenze di merito, normazione degli enti locali, prassi e, soprattutto, casi e argomentazioni concrete, in una struttura altamente organizzata che ben approssima, se non realizza nella sua interezza, a il concetto tanto a lungo inseguito dell’ipertesto giuridico.
Il leitmotiv tecnologico e progettuale di CollectIUS può essere efficacemente compendiato in quanto sosteneva il celebre scienziato Albert Einstein:
“I computer sono incredibilmente veloci, accurati e stupidi. Gli uomini sono incredibilmente lenti, inaccurati e intelligenti. Insieme sono una potenza che supera l’immaginazione”.